Vaffa***ulo 2020…?

(foto del bellissimo viaggio in Corsica di due estati fa)

Il nuovo anno non è proprio iniziato alla grande, non ha portato con sé quella fresca e benefica aria di novità che aspettavamo. Abbiamo festeggiato la fine di questo 2020 all’insegna della catarsi, costruendoci un piccolo nido di festeggiamento alternativo, senza viaggi verso mete lontane e senza megafeste e scorribande. Abbiamo ridotto i budget, le pietanze, le distanze, e ci siamo accoccolati, fieri della nostra sopportazione. Quello che conta, in fondo, è che questo anno finisca, ci siamo detti. Che finisca l’incubo della privazione delle libertà, dell’amputazione dell’affettività, che si torni alla nostra vita di “prima”. Proprio come alla fine di un amore, si raccolgono i cocci, ci si rimette in piedi al meglio che si può, si guarda a ciò che resta. Si ridimensionano le aspettative. Perchè ogni storia che finisce può portare via un pezzo di speranza, può diventare uno spazio più angusto in cui riporre fantasticherie e fiducia. E ogni disillusione, semplicemente… disillude.

fbt

Un mio caro amico, uno dei regali di questo bistrattato 2020 (e una delle ragioni per cui io non sono così avvezza a pensarlo come un anno demmer*a) mi dice spesso che questa pandemia ha cambiato la sua prospettiva sul suo lavoro e la sua vita, e quanto questo, a conti fatti, gli abbia fatto bene. Invidio un po’ la sua costanza nello sfruttare al meglio questo tempo sospeso, la positività che sa vivere e infondere.

Tutta la città è una pozzanghera di irritazione, di attesa di nuove regole, di ricerca di scappatoie. L’inizio di questo 2021 ci trova ancora angosciati, delusi, stanchi. E anche io, per una volta, mi trovo addosso un angolo di stanchezza, di aspettative deluse, dall’anno appena passato e da questa fine/inizio che stenta a trovare una strada, che opprime con nuvoloni e sgrullate gelide, uccelli morti in centro, mancanza di prospettiva. E mi dico che non dovrei far altro che ridimensionare, ridurre, lasciar andare.

Ma invece no. Io temo (troppo in là con gli anni per cambiare) che continuerò ad essere orgogliosamente selettiva, voracemente piena di aspettative, incapace di passare sopra. E mi dispiacerò, e mi angoscerò, e mi appassionerò. E speriamo che il fegato regga.

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